8ª
Edizione
2024
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8th
Edition
2024
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BENVENUTO ! / WELCOME ! / BIENVENUE ! / WILKOMMEN !
BIENVENIDOS !/ YOUKOSO !/ HOŞ GELDINIZ !
Cinema d'iDEA è il primo Festival di Cinema internazionale dedicato alle Donne registe, a Roma. Inaugurato a Giugno 2017 all'Isola Tiberina, presenta ogni anno una varietà di Film indipendenti diretti da donne , provenienti da tutte le parti del mondo, con un focus speciale sull'IRAN. Gli sguardi, le profondità, e i punti di vista e narrazioni diverse da quelle che siamo abituati a vedere, regalano al Festival una molteplicità di temi e di visioni che rispecchiano la realtà del mondo che viviamo, con l'ulteriore intento di costruire una rete di contatti e di empowerment per tutte le donne.
ENGLISH
Cinema dìiDEA is the first Women's International Film Festival of Rome, it's completely dedicated to women directors and their point of view. First Edition was in June 2017 at Tiberina Island, in the heart of Rome, in the beautiful ancient area of Trastevere. Every year the Festival presents a variety of indipendent films directed by women coming from all over the world, with a special focus on Iranian filmmakers. The glances, the depths of their points of views and the stories, the different narrations give to the Festival a multiplicity of themes and visions that reflect the reality of our societies and what we are living, with the intention of building a network of contacts and empower all women, not just women filmmakers.
L'INDIMENTICABILE E BRAVISSIMA
MONICA VITTI
Siamo tutti della stessa tribù:
"ESSERI UMANI"
Festival Cinema d' iDEA 2022
Women International Film Festival
POESIA - ODE TO THE GODDESS
Inno a Iside /Ode to Isis
Rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto;/found in Nag Hammad, Egypt
risalente al III-IV secolo a.C.
Perché io sono colei che è prima e ultima / For I am the first and the last,
Io sono colei che è venerata e disprezzata, /I am the honored one and the scorned one
Io sono colei che è prostituta e santa, /I am the whore and the holy one,
Io sono sposa e vergine, /I am the wife and the vergin,
Io sono madre e figlia, /I am the mother and the daughter
Io sono le braccia di mia madre, /I am the members of my mother
Io sono sterile, eppure sono numerosi i miei figli, /I am the barren one and many are her sons
Io sono donna sposata e nubile, /I am she whose wedding is great and I have not taken an husband
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito, /I am the midwife and she who does not bear,
Io sono colei che consola dei dolori del parto. /I am the solace of my labor pains,
Io sono sposa e sposo, /I am the bride and the bridegroom,
E il mio uomo nutrì la mia fertilità, /and it my husband who begot me.
Io sono Madre di mio padre, /I am the mother of my father
Io sono sorella di mio marito, /and the sister of my husband
Ed egli è il figlio che ho respinto. /and he is my offspring
Rispettatemi sempre, /Always respect me,
Poiché io sono colei che dà Scandalo e colei che Santifica.
/for I am she who gives scandal and she who sanctifies.
LA GRANDE MADRE
La Dea Madre, anche detta Grande Madre o Grande Dea è una divinità femminile primordiale, che si concretizza in forme molto diverse nelle antiche culture e civiltà del mondo nel periodo paleolitico, coinvolgendo le civiltà di cacciatori-raccoglitori e nel periodo neolitico, interessando civiltà già centrate sull'agricoltura e l'allevamento animale. La Grande Madre si incarna sia in figure di dee concrete e loro corrispondenti mitologie, sia in una vasta gamma di simboli, che coinvolgono il mondo animale e/o gli oggetti inanimati. Essa esprime l'interminabile ciclo di nascita, sviluppo, maturità, declino, morte e rigenerazione, che caratterizza le vite umane e i cicli naturali e cosmici.
Il femminile risultava quindi essere un ineludibile elemento mediatore fra il mondo umano e quello divino.
Tutti i simboli collegati alla Grande Madre o che si riallacciano alle proprietà del "materno" sono contraddistinti da una forte ambivalenza, una duplice natura, positiva e negativa, quella della "madre amorosa" e della "madre terribile". Secondo Jung l'archetipo della Grande Madre è:
«La magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l'istinto o l'impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l'abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l'ineluttabile».
Dall'uomo primitivo, Homo sapiens, e per moltissimo tempo, dal 30.000 a.C. fino ad almeno al 3.000 a.C., l'umanità ha fatto ricorso alla "Dea Unica”. E’ solo dal 3.000 a.C. ad oggi che si è sostituita nell'immaginario collettivo la figura del Dio maschio, che ha comunque assorbito in sè qualità del tutto femminili, come quella della creazione e del dare la vita, mentre la Dea è stata relegata al ruolo di madre, sposa, sorella del Dio, o Madre vergine.
Negli scavi archeologici operati in insediamenti del paleolitico superiore euroasiatico, sono stati rintracciati una serie di elementi che richiamano il concetto di divinità femminile, costituiti principalmente da piccole statuette e numerosi vasi. Queste elaborazioni concettuali e iconografiche, sono state realizzate da uomini primitivi per poter esprimere il concetto del divino.
Il vaso è in effetti ciò che meglio rappresenta la funzione del femminile: contenere e mantenere la vita (acqua), proteggere e nutrire, (cibo); il vaso, comunque, inevitabilmente cela e racchiude al suo interno qualcosa di invisibile e quindi misterioso.
Anche secondo Erich Neumann, psicanalista, i miti, i riti, le religioni dell'umanità primitiva, basavano i loro principi su una chiara formula simbolica : donna = corpo = vaso = mondo, da cui nasce la superiorità che per molto tempo ha accompagnato la figura femminile, generando una serie di pratiche religiose volte all'adorazione della Dea Unica, Grande Madre.
Il “corpo-vaso”, inteso nella sua concreta corporeità, il cui interno resta oscuro e sconosciuto, è la realtà dell’individuo, in cui viene esperito tutto il mondo istintuale dell’inconscio, l’inizio si vive con l’esperienza della fame e della sete che turba il lattante, come ogni istinto, dal buio del “corpo-vaso”. L’Io come coscienza ha la sua sede tipica nella testa, dalla quale vengono percepiti gli effetti estranei provenienti dall’interno del corpo. L’interno del corpo è archetipicamente identico all’inconscio, è il buio che, come la notte, è un tipico simbolo dell’inconscio .